L'Istituto nasce come sede coordinata dell'Istituto Professionale di Stato per il Commercio "Don Minzoni" di Giugliano in Campania, per far fronte alle esigenze formative dei giovani di un ampio territorio collocato a Nord di Napoli,
Dal 1 settembre 1989 esso opera come Istituto Professionale di Stato per il Commercio e il Turismo di Afragola, a seguito dell'intervenuto decreto istitutivo di autonomia da parte del Ministero della Pubblica Istruzione - Direzione generale dell'Istruzione Professionale.
Dal marzo 2002 l’istituto ha assunto la denominazione I.P.S.S.C.T. “Sandro Pertini”.
Dall’anno scolastico 2010/2011 l’istituto si è trasformato in Istituto d’Istruzione Superiore, accogliendo accanto all’istruzione professionale quella tecnica e, dal 2011/2012 anche quella liceale.
Chi era Sandro Pertini
Sandro Pertini è stato un politico, avvocato e giornalista italiano, ma soprattutto un partigiano, insignito con la Medaglia d’Oro e quella d’Argento al Valor Militare, settimo Presidente della Repubblica .
A torto o a ragione viene ricordato da molti come il Presidente della Repubblica più amato dagli Italiani, anche da chi non condivideva le sue idee politiche.
Esponente del Partito Socialista Italiano fu, sin dalla presa del potere del Fascismo tra i più fervidi oppositori del regime e per questo fu condannato prima in esilio in Francia, e successivamente al carcere. Alla caduta del regime instaurato da divenne uno degli esponenti di primo piano della Resistenza Italiana e membro del Comitato di Liberazione Italiano .
Nell' Italia Repubblicana venne eletto deputato, ricoprendo per due volte consecutive la carica di Presidente della Camera dei Deputati per poi essere eletto Presidente della Repubblica. È considerato, unanimemente, il Presidente più popolare della storia repubblicana.
Alcune parole da un'intervista possono aiutare a comprendere il suo pensiero politico:
« Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomio inscindibile: non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà. Ecco, se a me socialista offrissero la realizzazione della riforma più radicale di carattere sociale, ma privandomi della libertà, io la rifiuterei, non la potrei accettare. Se il prezzo fosse la libertà, io questa riforma la respingerei. [...] Ma la libertà senza giustizia sociale può essere anche una conquista vana. Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero. [...] Questa non è la libertà che intendo io. »